MARTEDì 14 agosto ore 21.15 Chiostri di S.Corona - Vicenza |
Regia
Alessandro Aronadio
Genere
COMMEDIA
Durata
100'
Anno
2018
Produzione
FULVIO e FEDERICA LUCISANO PER ITALIAN INTERNATIONAL FILM CON VISION DISTRIBUTION
Cast
Edoardo Leo (Massimo), Margherita Buy (Adriana), Giuseppe Battiston (Marco), Massimiliano Bruno (Teodoro), Giulia Michelini (Teresa), Gegia (Suor Assunta) |
Massimo Alberti è il proprietario del "Miracolo Italiano", bed and breakfast un tempo di lusso ridotto ormai ad una fatiscente palazzina. La crisi che ha messo in ginocchio la sua attività sembra non aver toccato i suoi vicini, un convento gestito da suore sempre pieno di turisti a cui le pie donne offrono rifugio in cambio di una spontanea donazione. Esentasse. Massimo ha un'illuminazione: per sopravvivere deve trasformare il "Miracolo Italiano" in luogo di culto. E per farlo, deve fondare una sua religione. Nasce così lo "Ionismo", la prima fede che mette l'IO al centro dell'universo. Ad accompagnare Massimo nella sua missione verso l'assoluzione da tasse e contributi, la sorella Adriana, irreprensibile commercialista, e Marco, scrittore senza lettori e ideologo perfetto del nuovo credo.
Tu sei il tuo Dio. Noi vietiamo il tofu. Non c’è alcun dress code. Questa vita è qui e ora e il paradiso o l’inferno dipendono da come la vivete. Il peccato non esiste. Sono solo alcuni dei suggerimenti, non ci sono i comandamenti, della nuova religione chiamata Ionismo. Dopo il buon esito di Orecchie Alessandro Aronadio mette il suo sguardo laico e ironico al servizio di una commedia che tanto commedia non è: il film slitta infatti impercettibilmente (ma inesorabilmente) dalla farsa all'italiana, con tanto di eroe cialtrone, a dramma dello spirito.
Soggetto: Alessandro Aronadio, Renato Sannio, Edoardo LeoTrama
Critica
Questo credo è stato inventato di sana pianta da Massimo (Edoardo Leo), il proprietario di un bed and breakfast ormai ridotto a una fatiscente palazzina con pochi clienti e troppe tasse. Per sopravvivere lo scaltro quarantenne deciderà di trasformare il posto in un luogo di culto e di fondare una sua religione. Nascerà così la prima fede che mette l’Io al centro dell’universo. Ad accompagnarlo in questa missione verso l’assoluzione da tasse e contributi ci saranno anche la sorella (Margherita Buy) e uno scrittore senza lettori che si rivelerà l’ideologo perfetto del nuovo credo (Giuseppe Battiston).
E’ questa la storia del nuovo film di Alessandro Aronadio. Dopo Orecchie il regista romano decide di affrontare un tema così intoccabile come la religione. E soprattutto decide di riderci sopra. Lo affronta da ateo, ma senza mai ridicolizzare chi crede. Anzi. Sta di fatto che in un momento di crisi sarà proprio un prete ad indicare la strada giusta da percorrere al ciarlatano ormai diventato un inconsapevole guida dello Ionismo. Io c’è riflette quindi sull’importanza del credere e sulla responsabilità delle religioni.
Da sempre l’essere umano ha bisogno di risposte e rassicurazioni e di storie, non importa se esse siano vere o false, l’importante è che ci facciano addormentare sereni la sera. Di sicuro la storia di Aronadio, scritta insieme a Renato Sannio, Edoardo Leo e Valerio Cillio, è una di queste.
Giulia Lucchini, Cinematografo.it, 30 marzo 2018
Anche la religione inventata da Massimo, lo Ionismo, si rivela molto meno simile ad un culto della personalità che ad un'assunzione individuale di responsabilità e un'accettazione delle proprie circostanze che sarebbero davvero la mano santa, di questi tempi.
Edoardo Leo presta il suo personaggio di italiano medio al "santone" togliendogli ogni sfumatura realmente messianica, e riportandolo alla consapevolezza dei propri limiti: sarà lui a doversi guardare allo specchio, oggetto sacro dello Ionismo. Adriana, che ha il volto di una Margherita Buy più concreta del solito, e uno scrittore senza pubblico interpretato da Giuseppe Battiston con consumato disincanto, troveranno invece nello Ionismo una sponda per uscire dalla propria impasse.
La sceneggiatura - firmata da Aronadio, Leo, Renato Sannio e Valerio Cilio (che con grande autoironia presta il suo cognome allo scrittore sfigato della trama) - fa qualche concessione di troppo alla produzione, ma è nella regia che Io c'è compie il salto di qualità: alcune scene, soprattutto acquatiche, annunciano un autore con una gestione coraggiosa dell'immagine. Visivamente Aronadio mostra infatti una refrattarietà viscerale a quel compromesso cui cede in sceneggiatura. Come Massimo Alberti, il regista è sempre pronto ad "inventarsi qualcosa" in un cinema, quello italiano, costretto ad arrangiarsi, e il risultato è una cifra stilistica originale, pur all'interno delle costrizioni commerciali. Così come l'aspirazione di Aronadio ad un mondo senza sensi di colpa appare anche un'aspirazione a un cinema privo di inutili ipocrisie.
Paola Casella, Mymovies.it, 24 marzo 2018Altre informazioni
Sceneggiatura: Alessandro Aronadio, Renato Sannio, Edoardo Leo, Valerio Cilio
Fotografia: Timoty Aliprandi
Musiche: Santi Pulvirenti
Montaggio: Pietro Morana
Scenografia: Daniele Frabetti
Costumi: Cristina La Parola
Suono: Adriano Di Lorenzo - (presa diretta)
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