Critica
Questo è il sesto film che l’attrice francese scrive e dirige, tornando a indagare con umorismo e un pizzico di cattiveria i mutamenti delle relazioni umane, tracciando un quadro veritiero dei timori, delle ansie e delle paure dell’essere umano alle prese con la complessità dell’amore.
Nel cast, oltre alla Delpy, troviamo alcuni degli attori più importanti del cinema francese contemporaneo come Dany Boon creatore del fenomeno Giù al Nord ed interprete di molte altre commedie di successo, Karin Viard reduce dal grande successo de La famiglia Belier e il giovane Vincent Lacoste protagonista di Asterix & Obelix al servizio di Sua Maestà.
Lolo – Giù le mani da mia madre, attraverso personaggi un po’ sopra le righe, situazioni divertenti e tanti equivoci, racconta con acume e leggerezza come l’amore debba superare apparenze e pregiudizi, e come spesso la felicità sia appesa a… un figlio!
Durante una vacanza nel sud della Francia la sofisticata e chic Violette incontra Jean-René, un informatico un po’ imbranato ma amante della vita. Contro ogni previsione i due sono subito in sintonia e alla fine dell’estate Jean-René non vede l’ora di raggiungere la sua amata a Parigi. Ma la loro diversa estrazione sociale e Lolo, il figlio diciannovenne di Violette, non renderanno le cose facili…
Cinematographe.it, 29 luglio 2016
Un meccanismo comico oliato con diabolica precisione e caratterizzato da un ritmo infallibile, deliziosa bravura della regista ed interprete Julie Delpy, affiancata da un efficacissimo Danny Boom e dalla gustosa comprimaria Karin Viard. Una catena di battute e di gag esilaranti, in cui la malizia e i doppi sensi mantengono comunque una propria eleganza. Un velo di romanticismo che però non risulta mai melenso. Verso il finale la sceneggiatura calca troppo il pedale sui toni farseschi, andando talvolta sopra le righe.
Movieplayer.it, agosto 2016