CASCO D’ORO

CASCO D’ORO

Casque d’or

di Jacques Becker

Francia, 1952
Drammatico, Poliziesco – 95′

con Simone Signoret, Serge Reggiani, Claude Dauphin, Raymond Bussières, Gaston Modot

Soggetto: Jacques Becker, Jacques Companéez, Annette Wademant
Sceneggiatura: Jacques Becker, Jacques Companéez, Annette Wademant
Fotografia: Robert Le Febvre
Musiche: Georges Van Parys
Montaggio: Marguerite Renoir
Scenografia: Jean d’Eaubonne
Costumi: Antoine Mayo

Distribuzione: Cineteca di Bologna

INFO E ORARI:

SALA ODEON

LUNEDI’ 7 NOVEMBRE: 18.00*

NUOVA SALA LAMPERTICO

LUNEDì 7 NOVEMBRE: 20.45*
SABATO 12 NOVEMBRE: 18.30*

*Tutti gli spettacoli in versione originale con sottotitoli in italiano

Biglietti:

Intero € 6,50 – € 7,50 (solo Ven-Sab-Dom in Nuova Sala Lampertico) 
Ridotto* € 5,50 – € 6,50 (solo Ven-Sab-Dom in Nuova Sala Lampertico) 

*over 60, giovani fino ai 26 anni, studenti con Vi-University Card

SINOSSI

Il più celebrato e amato capolavoro di Jacques Becker, storia d’un amour fou, del suo esito fatale, del suo contesto a un tempo sordido e splendido, la Parigi malavitosa di fine Ottocento ispirata alle stilizzazioni dell’illustrazione popolare, accesa da uno sfolgorante bianco e nero e dal fuoco dei sentimenti, che siano l’amore, l’amicizia o l’anarchia. Casco d’oro è Simone Signoret, prostituta dall’alta e abbagliante coiffure che manda in rovina l’onesto carpentiere Serge Reggiani, entrambi nell’interpretazione d’una vita.

Becker è affascinato dagli oggetti, dalle scenografie, e dal modo in cui rivelano i pensieri, le convinzioni e le emozioni degli uomini e delle donne che li utilizzano. È evidente che un simile talento potrà esercitarsi più facilmente su un soggetto contemporaneo che su uno storico, ed è questo che conferisce a Casco d’oro un rilievo particolare fra i successivi film del suo autore. Si noterà tuttavia che Becker, nonostante il fascino delle scenografie, ha fatto di tutto perché Casco d’oro fosse realistico, come mostrano in particolare le sequenze finali altrettanto implacabili, e non meno straordinarie, di quelle del miglior Rossellini (alcune scene di Roma città aperta e l’ultimo episodio di Paisà), ma dotate in più della forza che conferisce loro un assoluto controllo estetico del soggetto.
(Lindsay Anderson)